Meritalia







Gaetano Pesce.


Pesce_Gaetano       “E’ da molto tempo che insisto nell’affermare, e cerco di convincere i miei colleghi, che il tempo delle forme astratte degli oggetti e delle costruzioni è ormai passato e che chi ancora comunica con questi mezzi rischia di essere considerato un nostalgico o un superato. Per quanto mi riguarda, continuo ad esprimermi con lavori che sono portatori di immagini, di figurazioni e di segni capaci di evocare visioni riconoscibili anche per il più “semplice” dei loro fruitori. Di astrattismo ne abbiamo avuto abbastanza e ci è anche costato la perdita, o il rischio di perdere, la nostra identità, la nostra “differenza” e così anche per gli spazi che abitiamo e per i luoghi urbani, con possibile prospettiva di appiattimento del mondo. Con queste premesse vi presento una delle ultime creazioni che ho fatto per Meritalia. Si tratta di un divano dedicato alla “primavera”: esso continua il lavoro sulle quattro stagioni che ho iniziato l’anno scorso con l’imbottito “Montanara” che celebra l’inverno. 

 


Evocare ed onorare la generosa stagione delle “fioriture”, la sua allegria, la sua freschezza, l’ottimismo, la gioiosa atmosfera, la gentilezza è stata l’intenzione di questa nuova creazione. A grandi linee, si tratta di un “prato” dove, con l’avanzare della stagione, appaiono sparsi dei fiori di diversa natura, colore, dimensione e forma. In altre parole, su una seduta realizzata con uno speciale tessuto che ricorda l’erba, gli estimatori avranno la possibilità di disporre dei grandi cuscini-fiore secondo le loro esigenze di comodità e gusto. Sono sicuro che “La Fiorita” possa suscitare l’interesse ed il successo che hanno avuto dei precedenti miei lavori con Meritalia.” Gaetano Pesce, New York marzo 2010 .
La “michetta” è il pane più semplice e meno costoso che si sforna a Milano. Le michette non sono mai uguali, anche quando vengono fatte con stampi, in lievitazione e in cottura prendono sempre forme diverse. Meritalia propone “La michetta” come sistema di elementi componibili, prodotto in serie con processi industriali ma che sarà sempre diverso per composizione e per metodo produttivo di ogni singolo elemento come le “michette”. La varietà delle composizioni per semplice aggregazione dei singoli pezzi scelti, in modo libero e personale, senza alcuno schema precostituito e senza limiti, è propria della “La michetta”.
Con Meritalia quest’anno presento la conclusione di una ricerca iniziata nel 1996 con una seduta chiamata “Kim”e che da allora è parte della collezione Aiber a Miami. Questa serie sperimentale di sedute è originata dall’estrusione in continuo di un cordolo di silicone che in modo aleatorio si dispone su di uno stampo fino a chela persona che lo realizza considera soddisfacente la forma raggiunta. Questo processo, come è ovvio, da origine a dei pezzi unici che, per i modi della loro esecuzione, sono irripetibili. A ragione della resistenza del silicone agli agenti atmosferici, gli esemplari della serie “Senza Fine” possono stare sia negli spazi interni che esterni ed è per quest’ultima capacità che si è pensato di esporre questi “pezzi” sui marciapiedi di Via Durini, di fronte allo show room di Meritalia. Arrivederci dunque da quelle parti nei giorni del prossimo Salone e sarà un piacere sentire la vostra opinione su questo ulteriore lavoro per Meritalia.”




Nubola è comoda e soffice, dimensionalmente e funzionalmente riconoscibile. Tempestata da grossi bottoni colorati. Sembra creata da un fenomeno atmosferico come una nuvola. La sua forma solida e stabile di un comune sofà si tramuta, si plasma, si gonfia e rigonfia con la stessa consistenza dell’aria, prigioniera dei più vari rivestimenti tessili.







Il piano del Tavolone, morbido e flessibile è generato da una colata di resina liquida che si solidifica seguendo i lineamenti di un bordo flessibile che circoscrive il perimetro in modo sempre diverso disegnando il profilo di un volto umano o deformando consuete geometrie. Il piano è supportato e irrigidito da un traliccio metallico che ancora e vincola a sé le gambe di sostegno realizzate come contenitori di varie dimensioni e decorati da resine spatolate a mano.




 

                                                                            Mario Bellini
“Via Lattea”: evoluzione di quella serie di imbottiti, ancora letteralmente imbottiti di trasparenti bolle d’aria pura e di luce siderale. Alle forme di Stardust si aggiungono qui il “Mappamondo”, il “Buco bianco”, la “Galassia” (installazione ancora sperimentale) e tanti altri ancora che seguiranno in questo progetto.Un progetto alla ricerca della leggerezza e della semplicità giocato sull’equilibrio elastico tra pressione interna e carichi dinamici del corpo mediato dalla forma dei rivestimenti. Un progetto controcorrente in continua evoluzione basato sull’impiego di sostanze e materiali alieni al mondo consueto degli imbottiti. I “ravioli d’aria” derivati dal settore degli imballaggi, le leggere maglie di inox dei filtri industriali, i tessuti in fibre riciclate usati per l’edilizia o per il trasporto di zucchero, cereali o pietre, sono materiali tecnici a bassissimo costo e ad alte prestazioni che non cessano di stupire ed entusiasmare per i loro risultati pratici ed estetici. A cominciare dal tenace tessuto bianco con trame e orditure distanziate in fili neri di carbonio (con originaria funzione di messa a terra delle correnti elettrostatiche) che ha generato indistruttibili imbottiti di una inaspettata eleganza. Che ricorda quella dei gessati dei gangster di Chicago negli anni Trenta.


Lapo Elkann


“Quando mi sono trovato di fronte all’opportunità di progettare un elemento d’arredo, mi è sembrato naturale trarre inspirazione dalle mie origini: il mondo dei motori. A questo punto ho colto l’occasione per mostrare a tutti la poesia che si nasconde nelle componenti meccaniche. Non ho potuto fare a meno di pensare anche a tutti quei ragazzi, di ieri e di oggi, che con passione e curiosità spendono ore sui motori dei loro veicoli trasformando il proprio garage in officina. Loro si ritrovano fra le mani dei pezzi di cui non si capisce l’uso reale, ma che stregano per la loro “estetica tecnologica”. Sto parlando di un’estetica brutale ma affascinante, perché anche un bullone può essere sofisticato e ricco come un gioiello. Proprio per questa loro ricercatezza ho deciso di trasformarli in oggetti d’arredo, di design, che possano acquistare valore nel tempo … proprio come un’auto d’epoca.” Lapo Elkann, Aprile 2010 




fonti : http://www.meritalia.it